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Temporary Management e Outsourcing: affrontare la Great Resignation

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La pandemia e i suoi effetti hanno cambiato radicalmente le regole del gioco nel mondo del lavoro, tanto da dare origine al fenomeno della cosiddetta Great Resignation.

Uno degli ambiti più critici in questo senso è il Supply Chain Management, ovvero la gestione della Supply Chain (catena di fornitura).

Vi presentiamo oggi due strumenti efficaci per affrontare il problema: il Temporary Management e l’Outsourcing.

 

Great Resignation”: di cosa si tratta e le risposte nel Supply Chain Management

Il termine è stato coniato per rappresentare l’ondata eccezionale di dimissioni volontarie cui si è assistito negli ultimi due anni e di cui ancora non si vede la fine.

Alcuni numeri che inquadrano il fenomeno:

  • McKinsey stima che il 40% dei lavoratori a livello mondiale sia intenzionato a cambiare lavoro nei prossimi 4-6 mesi;
  • sempre secondo McKinsey, il 64% dei datori di lavoro si aspetta che il problema continui o peggiori nei prossimi sei mesi;
  • guardando all’Italia, secondo i dati di AIDP (l’Associazione Italiana Direzione Personale), le dimissioni volontarie fra i giovani toccano il 60% delle aziende del nostro Paese.

Si tratta del sintomo più evidente di un mutamento strutturale nel rapporto tra lavoratore e azienda, che è trasversale ai vari settori e che sta colpendo in modo generalizzato le principali economie mondiali.

Gli effetti di questo fenomeno in azienda si palesano con la mancanza, più o meno improvvisa, di personale. Quando le dimissiono arrivano dalla stessa area (e magari in rapida successione), c’è un elevato rischio di paralisi delle attività.

Tornando all’ambito del Supply Chain Management: il momento storico, infatti, è particolarmente complesso a causa di una concomitanza di crisi su vari fronti, come ad esempio lo shortage di componentistica, le difficoltà del trasporto via mare e le tensioni sui prezzi di svariate commodity (anche a causa del conflitto russo – ucraino).

Se ad un contesto così critico si aggiunge la mancanza di personale per gestire i processi legati alle Supply Chain, ecco che si creano i presupposti per minare la continuità aziendale.

Come rispondere agli effetti della Great Resignation in un’area così delicata? Temporary Management e Outsourcing possono rappresentare due soluzioni efficaci per gestire il problema, rispettivamente nel breve e nel medio/lungo termine.

Temporary Management: un supporto professionale in caso di emergenza

Se l’uscita di personale genera normalmente “buchi” organizzativi che possono durare anche diversi mesi, nell’ambito del Supply Chain Management il problema purtroppo si amplifica.

Si tratta, infatti, di funzioni aziendali con processi complessi ed interconnessi: per governarli servono elevata professionalità ed esperienza, fattori che rendono particolarmente lungo il periodo tra l’uscita di una persona e l’ingresso di una nuova risorsa.

Il Temporary Management risponde precisamente a questa esigenza: fornire tempestivamente professionisti del ruolo, con l’esperienza necessaria in quello che sarà un incarico temporaneo. I ruoli coperti vanno da quelli più operativi (planner, expediter, buyer, per citarne alcuni) a quelli di responsabilità e management, fino agli incarichi dirigenziali. I cosiddetti “Temporary Manager”.

Cosa rende il Temporary Management così funzionale come strumento di emergenza? Di seguito alcuni aspetti:

  • Tempestività. Uno dei vantaggi più tangibili è la rapidità con la quale il professionista è disponibile. La risorsa entra in azienda anche nel giro di pochi giorni ed è subito operativa;
  • Professionalità. Il Temporary è un professionista nel suo ruolo, perché conosce i processi e gli strumenti ed ha l’esperienza necessaria per calarsi, in breve tempo, nella realtà aziendale e cominciare a performare;
  • Flessibilità. La disponibilità della risorsa è flessibile. Può essere coinvolta con un impegno pieno o parzializzato, a seconda delle necessità dell’azienda;
  • Temporalità. Ultimo ma non meno importante è il fattore tempo. Il Temporary Management è per sua natura un supporto a scadenza, con la possibilità di gestirne in modo flessibile la conclusione, ad esempio per garantire un handover ottimale. Questo aspetto rende interessante una gestione Temporary di ruoli legati a progetti, come ad esempio quello di project buyer.

 

Outsourcing: delegare a specialisti le attività non core

Una volta risolta la contingenza di breve termine, può valere la pena di valutare attentamente il proprio perimetro di attività, per capire se tutto ciò che viene gestito sia effettivamente core per l’area. Spesso, infatti, sono presenti processi o “fette” di attività che hanno la spiacevole caratteristica di essere poco centrali rispetto al perimetro dell’area, ma di assorbire una quantità significativa di risorse.

È su questi ambiti “non core” che può intervenire in modo efficace l’outsourcing: se gestire in prima persona determinati processi o segmenti che non sono centrali per l’azienda porta ad un elevato utilizzo delle proprie risorse, perché non affidarli a professionisti che ne fanno il loro core business?

Naturalmente la scelta degli ambiti da esternalizzare è cruciale per beneficiare appieno dei vantaggi dell’outsourcing: serve identificare le aree in cui l’azienda è poco efficiente e che è costretta a trascurare per la mancanza di risorse da dedicare (o che richiedono competenze verticali e strumenti non presenti).

Alcuni esempi di Outsourcing nella Supply Chain:

  • Gestione di trasporti (acquisto e organizzazione);
  • Cost Engineering;
  • Acquisto e gestione magazzino di articoli di classe C (es. materiali ausiliari, indiretti, etc.);
  • Pianificazione codici di acquisto.

Un outsourcing ben progettato porta diversi vantaggi all’azienda che lo implementa. Scopriamo quali:

  • Recupero di risorse sul core. Il primo risultato tangibile è la possibilità di concentrare le risorse su tutto ciò che è core per l’azienda, dove possono dare più valore aggiunto;
  • Attività non core gestite come core. Parallelamente, anche ciò che non è core per l’azienda viene gestito in maniera precisa e puntuale. Nei fatti è il core business per l’outsourcer, che ha tutto l’interesse a portare efficienza su quel perimetro;
  • Variabilizzazione dei costi. Ultimo ma non meno importante è il beneficio di una variabilizzazione dei costi legati al perimetro esternalizzato, seguendone quindi l’effettivo volume di lavoro.

 

 

La risposta all’attuale periodo di grande incertezza, specialmente nell’ambito della Supply Chain, passa attraverso la conoscenza di strumenti efficaci ed affidabili da attivare in risposta alle criticità che di volta in volta si presentano.

Temporary Managing ed Outsourcing rappresentano in quest’ottica due preziose leve a disposizione dei manager per superare le difficoltà contingenti e riappropriarsi di tempo e risorse da dedicare alle attività chiave della propria area.

Makeitalia: il tuo partner per affrontare la “Great Resignation

In Makeitalia ci occupiamo, sin dal 2008, di Supply Chain Management, supportando i nostri clienti nella gestione e ottimizzazione della catena di fornitura in diversi aspetti, quali acquisti, logistica, pianificazione e qualità.

Tra i nostri servizi, appunto, affianchiamo le aziende anche attraverso il Temporary Management e l’Outsourcing. Il nostro obiettivo costante è quello di migliorare le performance dei nostri clienti, supportandoli nella gestione dei diversi aspetti della Supply Chain.

Se hai necessità di approfondimenti per eventuali esigenze aziendali, contattaci senza impegno attraverso la pagina dedicata del nostro sito web, presente al seguente link Contatti.

Saremo lieti di ascoltare le tue esigenze, di scambiare due chiacchiere con te e di presentarti le nostre soluzioni.