Intervista a Marcello Carretta su Italia Economy
Per Makeitalia il capitale umano è il vero motore della crescita: meritocrazia, formazione continua, rapporto con le università e iniziative come la Supply Chain Challenge rappresentano leve strategiche per coltivare i giovani talenti e rafforzare la competitività delle imprese. Accanto alla crescita professionale, l’azienda promuove benessere e work-life balance per valorizzare al meglio le persone e iniziative formative ed i nuovi asset per le imprese secondo Marcello Carretta, tra i founder di Makeitalia.
Quali esperienze nel vostro percorso passato hanno fatto da guida per giungere a un modello di gestione del capitale umano?
«Nel mondo delle imprese, e della consulenza in particolare, c’è un unico asset indispensabile e imprescindibile: le persone. Fin dalla sua fondazione, Makeitalia ha sempre avuto chiaro che per essere all’altezza dei propri clienti – spesso aziende già leader nel proprio settore e che si aspettano da noi un’ulteriore spinta al miglioramento – è fondamentale la squadra.
La costante crescita di Makeitalia negli anni è stata accompagnata dalla crescita quantitativa e qualitativa del team, sostenuta da un importante e continuo investimento in formazione e sviluppo interno: programmi di affiancamento, percorsi di crescita personalizzati, lavoro in team, iniziative di coaching. Tutto ciò ci ha permesso di coltivare i talenti, soprattutto i più giovani, trasformandoli nei professionisti di domani. Investiamo molto per far emergere i migliori: meritocrazia è la parola d’ordine in Makeitalia».
Quali sono le vostre grandi iniziative che hanno messo l’accento sul tema “crescita del lavoratore = crescita dell’azienda”?
«Makeitalia ha fatto, sin dalla fondazione, una scelta di campo precisa: puntare sui giovani, coltivando il loro talento e facendo emergere i migliori. Una scelta non scontata né semplice, specie in un Paese come l’Italia, dove la “gerontocrazia” spesso prevale sul merito.
Abbiamo così costruito un solido rapporto con il mondo delle Università, nostro naturale bacino di selezione. Questo rapporto è ben rappresentato dalla Supply Chain Challenge – il campionato italiano di Supply Chain, ideato e organizzato annualmente da Makeitalia. Si tratta di una competizione rivolta ai migliori studenti di Ingegneria Gestionale italiani, che permette loro di confrontarsi con casi reali, i nostri consulenti e i Partner.
La Challenge si conclude ogni anno con l’individuazione del Team Campione d’Italia: la quarta edizione, appena conclusa, ha visto la partecipazione di oltre 1.200 studenti in rappresentanza di più di 20 atenei. Questa iniziativa non è solo un modo per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, ma anche un’occasione di diffusione della cultura del Supply Chain Management e un momento di arricchimento per tutti: Makeitalia, studenti, partner e istituzioni (Regione Emilia-Romagna, Comune di Modena, Confindustria Emilia), che ci affiancano sin dalla prima edizione».
Come, nell’attuale scenario economico italiano, queste iniziative possono essere interessanti e a quali risultati possono portare?
«Lo scenario macroeconomico attuale, in costante e rapido cambiamento, richiede rapidità, capacità di adattamento e innovazione continua. Per non essere espulsi dal mercato serve una sola cosa: avere in squadra persone capaci e preparate. Non ci sono scorciatoie.
Crediamo che iniziative come la Supply Chain Challenge o i percorsi di sviluppo interni siano leve strategiche per affrontare le sfide di oggi e di domani. Vale per Makeitalia come per qualsiasi azienda, in Italia e nel mondo. Investire sui giovani oggi significa avere la possibilità di giocare la partita domani. Diversamente, meglio accomodarsi sugli spalti e osservare la partita giocata dagli altri».
Quali altri progetti aziendali si possono attuare, a vostro avviso?
«Oltre agli investimenti in formazione e crescita professionale, riteniamo fondamentale proseguire con progetti legati al work-life balance. Per noi il benessere del dipendente è un valore centrale. Inutile individuare e far crescere i talenti, se poi non li mettiamo nelle condizioni di esprimersi al meglio.
Per questo promuoviamo fino a tre giorni di smart working a settimana, offriamo strumenti di welfare a sostegno delle spese personali e familiari, garantiamo flessibilità oraria e ambienti di lavoro moderni e confortevoli, abbiamo attivato percorsi di ascolto continuo. Crediamo che solo trovando un buon equilibrio tra vita privata e professionale le persone possano esprimere appieno il proprio potenziale e contribuire così alla crescita comune».
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