Supply Chain Challenge: le tappe di Maggio 2025

Quarta Edizione del Campionato Nazionale di Supply Chain: sempre più vicini alla sfida finale

Nel mese di Maggio si sono svolte ben sette partite della Supply Chain Challenge. Le università che hanno preso parte al Game sono state:

  • Università degli Studi di Palermo, coinvolgendo gli studenti del corso “Supply Chain Management”, del Professor Giuseppe Aiello;
  • Università degli Studi di Pisa, coinvolgendo gli studenti del corso “Supply Chain Management e E-business”, della Professoressa Valerio Mininno;
  • Università degli Studi di Napoli Parthenope, coinvolgendo gli studenti del corso “Supply Chain Management”, della Professoressa Ivana Quinto;
  • Università degli Studi di Napoli Federico II, coinvolgendo gli studenti del corso “Sistemi logistici integrati”, del Professor Andrea Grassi;
  • Politecnico di Bari, coinvolgendo gli studenti del corso “Gestione della produzione industriale”, dei Professori Francesco Facchini e Giorgio Mossa;
  • Università degli Studi di Bergamo, coinvolgendo gli studenti del corso “Supply Chain Management & Logistics Network Design”, del Professor Roberto Pinto;
  • Università degli Studi di Bologna, coinvolgendo gli studenti del corso “Strategia e gestione del sistema del valore M”, del Professore Paolo Barbieri.

Un ringraziamento speciale ai Professori per l’ospitalità e a tutti gli studenti che si sono sfidati al Supply Chain Game!

I vincitori delle rispettive Università si sfideranno con i team vincitori di altre Università Italiane durante le Finals di Settembre 2025.

Stay tuned per scoprire l’ultima tappa della Road Map!

È possibile seguire gli aggiornamenti sulla Supply Chain Challenge sui canali ufficiali di Makeitalia:
Sito web www.makeitalia.com
Pagina Linkedin Makeitalia Srl
Profilo Instagram @makeitalia.career

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Strategie per la Riduzione dei Costi nella Logistica di Magazzino

L’importanza di Intervenire sui Costi del Magazzino

Oltre la produttività: perché il magazzino è un centro di costo critico

Quando si parla di logistica interna, l’attenzione si concentra spesso sull’efficienza dei flussi e sulla puntualità delle consegne. Tuttavia, il magazzino non è solo una funzione di supporto: è un vero e proprio centro di costo che incide in modo rilevante sulla redditività aziendale.

Dalla gestione degli spazi allo stoccaggio delle merci, dai tempi di movimentazione alle attività manuali, ogni fase del ciclo logistico genera costi diretti e indiretti che, se non monitorati e ottimizzati, possono ridurre sensibilmente i margini operativi.

Intervenire su questi costi non significa semplicemente “tagliare”, ma ripensare il modello logistico in chiave strategica: minimizzare gli sprechi, aumentare la saturazione degli spazi, ridurre le rimanenze, migliorare i tempi e semplificare i processi.

In un contesto industriale dove la competitività si gioca sempre più sull’efficienza interna, ottimizzare i costi di magazzino è una leva fondamentale per migliorare le performance complessive della Supply Chain.

Le Principali Voci di Costo nella Logistica Interna

Costi fissi e variabili: cosa incide davvero sul bilancio logistico

Per intervenire in modo efficace sulla riduzione dei costi logistici, è fondamentale comprendere quali sono le voci che compongono il bilancio del magazzino. I costi si dividono in due grandi categorie: fissi e variabili.

I costi fissi comprendono le spese strutturali e ricorrenti, come:

  • Affitto o ammortamento degli spazi di magazzino
  • Manutenzione degli impianti e delle attrezzature
  • Costi del personale fisso dedicato
  • Sistemi IT e software di gestione

I costi variabili, invece, sono legati al volume di attività e alla flessibilità operativa. Tra questi troviamo:

  • Costi energetici e di movimentazione merci
  • Materiali di consumo (imballaggi, etichette, ecc.)
  • Manodopera esterna o interinale
  • Servizi accessori (trasporti interni, sanificazioni, ecc.)

Analizzare con precisione l’incidenza di ciascuna voce consente di identificare le aree ad alto impatto economico e di progettare interventi mirati di ottimizzazione.

 

costi logistica interna makeitalia

 

I costi nascosti che spesso vengono trascurati

Oltre alle spese evidenti, esistono numerosi costi occulti che sfuggono all’analisi contabile tradizionale, ma che compromettono significativamente la redditività.

Alcuni esempi:

  • Tempi morti nelle operazioni di picking e movimentazione
  • Errore umano nella gestione delle scorte o nella preparazione degli ordini
  • Spazi sottoutilizzati o mal organizzati
  • Rimanenze obsolete o deteriorate che occupano spazio e capitale

Questi elementi, se non monitorati e corretti, possono generare un effetto domino su tutta la Supply Chain, rallentando i flussi, aumentando i tempi di attraversamento e incidendo negativamente sul livello di servizio.

Per questo, un approccio evoluto alla gestione logistica prevede anche l’identificazione e la valorizzazione economica dei costi nascosti, in modo da renderli visibili, misurabili e – soprattutto – riducibili.

Strategie Operative per Ridurre i Costi di Magazzino

1. Ottimizzare lo spazio: layout, slotting e saturazione

Lo spazio non è neutro: è una risorsa da sfruttare al massimo. Ottimizzare la disposizione delle merci in magazzino attraverso una logica di slotting intelligente permette di ridurre i percorsi, velocizzare le operazioni e aumentare il tasso di saturazione degli scaffali. Ciò si traduce in una diminuzione dei costi per metro quadro utilizzato e in un migliore sfruttamento della struttura esistente, senza dover ricorrere a estensioni o affitti aggiuntivi.

2. Migliorare la gestione delle scorte: metodi ABC, XYZ, rotazioni

Un sistema di gestione scorte evoluto incide in modo diretto sui costi. L’applicazione di metodi di classificazione come l’ABC (valore economico) e l’XYZ (prevedibilità della domanda) consente di definire priorità operative e strategie di riordino differenziate. Inoltre, monitorare l’indice di rotazione aiuta a individuare stock obsoleti o a bassa movimentazione, che generano immobilizzo di capitale e spreco di spazio.

3. Automatizzare i processi interni: focus sui WMS e sulla tracciabilità

Un Warehouse Management System (WMS) consente di digitalizzare e controllare in modo strutturato tutte le attività di magazzino: ricevimento, stoccaggio, prelievo, packing, spedizione. La tracciabilità completa delle movimentazioni riduce gli errori, migliora l’affidabilità dei dati e consente di ottimizzare i flussi operativi. Il risultato è una riduzione sensibile dei costi legati alle attività manuali e agli errori operativi.

4. Snellire le attività di movimentazione: ridurre i tempi non produttivi

Ogni minuto perso nella movimentazione interna è un costo. Analizzare il layout operativo, studiare i flussi di prelievo e definire percorsi logici permette di ridurre drasticamente i tempi morti e le inefficienze. Anche piccoli interventi, come il riposizionamento di articoli ad alta rotazione in aree più accessibili, possono generare un saving misurabile sulle attività quotidiane.

5. Digitalizzare il controllo dei KPI: monitoraggio in tempo reale

Misurare per migliorare. Implementare un sistema di monitoraggio continuo dei Key Performance Indicator logistici consente di avere visibilità immediata sui costi e sull’efficienza. Indicatori come il lead time interno, l’accuratezza dell’inventario o il tempo medio di picking diventano strumenti decisivi per prendere decisioni data-driven e orientate al risparmio.

 

scaffalatura magazzino makeitalia

 

Verso una Logistica Interna più Efficiente e Sostenibile

Come intervenire in modo progressivo ma strutturato

Ridurre i costi della logistica di magazzino non significa stravolgere l’intero sistema, ma avviare un processo di miglioramento continuo basato su dati concreti e azioni progressive. Ogni intervento, anche piccolo, può contribuire a creare un magazzino più efficiente, flessibile e sostenibile nel tempo.

Il primo passo è analizzare in modo oggettivo la situazione attuale, individuando sprechi, colli di bottiglia e aree a basso rendimento. Successivamente è possibile pianificare interventi mirati, dal re-layout alla revisione dei processi di picking, dalla digitalizzazione delle operazioni al monitoraggio costante dei KPI operativi.

Un approccio strutturato consente di bilanciare investimenti e benefici, evitando interventi spot o azioni non coordinate. L’obiettivo non è solo il contenimento dei costi, ma la costruzione di una logistica interna capace di adattarsi rapidamente ai cambiamenti della domanda e di sostenere le performance complessive dell’impresa.

Perché Affidarsi a un Partner Specializzato come Makeitalia

Consulenza, implementazione e miglioramento continuo

Ridurre i costi della logistica interna richiede competenze trasversali, una visione sistemica e l’esperienza per tradurre l’analisi in risultati concreti. È per questo che molte aziende scelgono di affidarsi a partner specializzati come Makeitalia.

Grazie a un approccio basato su metodologie consolidate e strumenti avanzati, Makeitalia affianca le imprese nella diagnosi dei costi logistici, nella definizione di piani di ottimizzazione e nell’implementazione di soluzioni su misura. Ogni intervento è guidato da dati oggettivi e KPI misurabili, con un focus costante sul miglioramento continuo.

Dalla riorganizzazione degli spazi alla digitalizzazione dei processi, dalla revisione della gestione scorte all’analisi dei costi nascosti, Makeitalia supporta le aziende nel trasformare la logistica di magazzino in un vero asset strategico per la competitività.

Contattaci per scoprire come ridurre i costi del tuo magazzino e costruire una logistica più efficiente, solida e orientata al futuro.

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Il Procurement e le Sfide della Sostenibilità

Perché la Sostenibilità negli Acquisti è una Priorità Strategica

Il ruolo della CSRD e l’impatto della Supply Chain

La sostenibilità nel procurement è oggi una delle sfide più rilevanti e complesse per le aziende, non solo in termini di strategia, ma anche di conformità normativa. Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), un numero sempre maggiore di imprese è chiamato a rendicontare il proprio impatto ambientale, estendendo l’analisi anche alla catena di fornitura.

Questo significa che le aziende non possono più limitarsi a valutazioni interne: devono coinvolgere attivamente fornitori e partner per garantire trasparenza e allineamento con gli obiettivi ESG (Environmental, Social, Governance).

Focus sulle emissioni Scope 3: la voce più rilevante

All’interno della Carbon Footprint aziendale, una delle categorie più impattanti è rappresentata dalle emissioni Scope 3 – Categoria 1, ovvero quelle legate agli acquisti di materiali. In molti settori, questa voce può arrivare a rappresentare fino all’80% delle emissioni totali.

Quantificare in modo accurato queste emissioni è tuttavia estremamente complesso: servono metodi strutturati, qualità del dato e una gestione integrata della filiera. È qui che il procurement assume un ruolo cruciale: non solo come funzione operativa, ma come leva strategica per guidare l’intero sistema aziendale verso modelli più sostenibili.

Sfide Operative nella Misurazione della Supply Chain Carbon Footprint

Qualità del Dato e Coinvolgimento della Filiera

Con l’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), le aziende sono tenute a raccogliere e rendicontare un volume crescente di dati ambientali. Questo coinvolge l’intera catena di fornitura, compresi fornitori indiretti, rendendo necessaria una gestione strutturata dei dati e un modello conforme agli standard.

Quantificazione delle Emissioni Scope 3

Le emissioni legate agli acquisti di materiali (Scope 3, categoria 1) rappresentano spesso la parte più consistente della Carbon Footprint aziendale, ma anche la più difficile da misurare. La varietà delle fonti e la mancanza di dati primari affidabili rendono necessaria un’analisi progressiva e adattabile.

Identificazione delle Priorità di Intervento

Non tutte le categorie di acquisto hanno lo stesso impatto ambientale. È fondamentale adottare un modello scalabile per individuare le aree critiche, orientare gli investimenti e massimizzare l’impatto delle azioni di sostenibilità.

 

makeitalia riduzione carbon footprint nel procurement

 

Un Approccio Progressivo alla Misurazione delle Emissioni

Perché Serve un Modello Scalabile

Non tutte le aziende partono dallo stesso livello di maturità quando si parla di sostenibilità. Alcune hanno già avviato strumenti di misurazione della Supply Chain Carbon Footprint, mentre altre sono ancora in fase iniziale. Per questo motivo, Makeitalia propone un modello di analisi flessibile e scalabile, in grado di adattarsi alle esigenze e alla maturità di ciascuna organizzazione.

L’approccio consente di iniziare con dati e strumenti disponibili, per poi affinare gradualmente la precisione e la robustezza del sistema di misurazione, assicurando sempre coerenza con gli standard normativi e con le aspettative del mercato.

Step 1 – Analisi Preliminare per Categoria Merceologica

Il punto di partenza dell’approccio Makeitalia è una valutazione generale delle emissioni basata sulla spesa per materiali acquistati, suddivisa per categorie merceologiche. Questa fase iniziale consente di individuare rapidamente le aree a maggiore impatto ambientale, anche in assenza di dati primari, utilizzando fattori di emissione standardizzati secondo criteri di settore.

L’obiettivo è costruire una prima mappa delle criticità, utile per stabilire le priorità d’azione.

Step 2 – Affinamento Progressivo del Calcolo

Con l’avanzare del progetto e l’aumento della qualità dei dati disponibili, è possibile affinare progressivamente il calcolo delle emissioni. Si passa da stime basate su spesa a valutazioni basate su quantità e caratteristiche tecniche dei materiali.

In questa fase, è centrale il coinvolgimento diretto dei fornitori, per ottenere dati primari più accurati, aggiornati e coerenti con la struttura della filiera dell’azienda.

Step 3 – Conformità Metodologica e Affidabilità del Modello

L’intero processo si basa su standard metodologici riconosciuti a livello internazionale (ad esempio il GHG Protocol), garantendo ripetibilità, trasparenza e comparabilità dei risultati.

Questo consente alle aziende di:

  • allinearsi con i requisiti della CSRD e degli stakeholder esterni;
  • costruire un sistema di misurazione strutturato, robusto e replicabile nel tempo;
  • integrare la misurazione ambientale nella strategia di procurement e sostenibilità aziendale.

Il risultato è una metodologia operativa, adattabile a ogni contesto aziendale e in grado di evolvere in base alle necessità future.

 

makeitalia supply chain sostenibile esg

 

Dal Dato all’Azione: Come Trasformare l’Analisi in Strategia

Stabilire le Priorità di Intervento

Dopo aver effettuato una prima stima della Supply Chain Carbon Footprint, è essenziale identificare le aree su cui concentrare le azioni di miglioramento. Non tutte le categorie merceologiche hanno lo stesso impatto ambientale: per questo è necessario adottare un modello strutturato di analisi che consenta di:

  • classificare le categorie merceologiche in base all’impatto stimato;
  • stabilire priorità di intervento basate su criteri oggettivi e misurabili;
  • definire azioni correttive mirate e realistiche.

Makeitalia affianca le aziende nell’individuazione di queste priorità, supportando la definizione di piani di azione coerenti con gli obiettivi aziendali di sostenibilità.

Supportare le Decisioni di Procurement

La misurazione delle emissioni non è fine a sé stessa. I dati raccolti attraverso l’approccio progressivo di Makeitalia diventano strumenti operativi per orientare le scelte strategiche in ambito acquisti. In particolare, consentono ai team di procurement di:

  • guidare la selezione dei fornitori anche in base a criteri ambientali;
  • integrare KPI di sostenibilità nei processi di valutazione e negoziazione;
  • monitorare l’evoluzione delle performance ambientali lungo la filiera.

In questo modo, la sostenibilità entra a pieno titolo nelle logiche di acquisto, diventando un fattore critico di successo per la funzione procurement.

Integrare la Misurazione nella Strategia Aziendale

Una volta strutturato il sistema di misurazione, il passo successivo è renderlo parte integrante della strategia aziendale. La sostenibilità non può essere un’iniziativa isolata, ma deve guidare le decisioni di lungo termine.

Con il supporto di Makeitalia, le aziende possono:

  • anticipare le richieste normative e di mercato;
  • rendere trasparenti e comunicabili gli impatti ambientali delle proprie scelte di acquisto;
  • attivare un miglioramento continuo, allineato con gli obiettivi ESG e con i piani di sviluppo sostenibile.

L’approccio metodico e operativo proposto da Makeitalia consente di consolidare la governance della sostenibilità in ambito supply chain, trasformando l’obbligo normativo in una leva competitiva concreta.

Inizia il Percorso con Makeitalia

Che tu abbia già avviato un progetto di misurazione della Supply Chain Carbon Footprint, oppure stia muovendo i primi passi nel mondo della sostenibilità, Makeitalia ti affianca con un approccio scalabile, concreto e su misura.

Attraverso la nostra esperienza nella gestione della supply chain e il know-how maturato in ambito ESG, possiamo aiutarti a trasformare la sostenibilità da obbligo normativo a leva strategica e operativa.

  • Valutiamo lo stato attuale dei tuoi dati e la qualità del sistema di misurazione esistente;
  • progettiamo un modello personalizzato di analisi, conforme alla CSRD e adattabile nel tempo;
  • ti supportiamo nel miglioramento continuo della raccolta dati, dell’analisi e della gestione delle emissioni lungo la supply chain.

Grazie al nostro approccio progressivo, ti accompagniamo in ogni fase, fornendo strumenti concreti per aumentare la consapevolezza, migliorare la governance ambientale e rafforzare la competitività aziendale.

Contattaci oggi stesso per scoprire come possiamo aiutarti a costruire un sistema solido di misurazione delle emissioni e integrare la sostenibilità nella tua strategia di procurement.

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